Buona Festa della Repubblica!
Celebriamo la nascita dell'Italia come Repubblica il 2 giugno 1946.
Ricordiamo e apprezziamo l'impegno di coloro che hanno lottato per la libertà e la democrazia e  rinnoviamo il nostro impegno per preservare questi valori, augurandoci un futuro luminoso in una società democratica e solidale.
 
 
I sezione - Editoriale del Presidente Demos Mario Giro
II sezione - Approfondimento del mese 
III sezione - Rassegna stampa
IV sezione - Aggiornamenti dai territori
 
 
 
I. Editoriale Mario Giro - Presidente Demos
 
 
 
Quale lavoro per l’Italia e l’Europa di domani?
Tra precariato che si struttura (la cosiddetta Gig Economy) e intelligenza artificiale, il lavoro subisce una nuova offensiva dopo quella che lo ha flessibilizzato (e cioè destrutturato) nel corso degli anni Ottanta e Novanta. Come allora, anche oggi i media mainstream e molti esperti ci dicono che non bisogna preoccuparsi: il lavoro cambia, ma la parte di distruzione sarà compensata da quella di creazione. Spiace dirlo ma non bisogna fidarsi: abbiamo già visto che nella fase precedente ciò che era stato promesso non è stato mantenuto. Siamo di fronte ad un nuovo stadio di contrazione dell’occupazione dovuta all’innovazione tecnologica, che in Italia si accompagna anche ad una fase di abbassamento dei salari. Noi non siamo contrari all’innovazione ma lo siamo assolutamente a lasciare il mercato regolarsi da solo: ciò non avviene mai se non a prezzo di sofferenze sociali molto grandi.
Resta valido quello che un alto esponente dell’amministrazione Clinton rispose al capo dei sindacati americani AFL-CIO che alla fine degli anni Novanta gli chiedeva quando i salari –compressi dalle politiche ultraliberali- sarebbero risaliti: “tra 2 o 5 generazioni”. Sappiamo a tal proposito che negli ultimi 30 anni i salari italiani sono scesi di mezzo punto percentuale mentre in tutti gli altri paesi dell’UE ci sono stati aumenti, inclusi Grecia e Portogallo. Quindi nel nostro paese abbiamo un caso che potremo chiamare di “stagflazione occupazionale”: un circolo vizioso fatto di poco lavoro e salari bassissimi, sia nel pubblico che nel privato. A ciò si accompagna il nostro tradizionale fenomeno del lavoro nero e sommerso, una vera e propria pandemia italica che favorisce le mafie, diventate oggi disseminatrici di lavoro povero e di lavoro schiavo.
La domanda che ci poniamo come Demos è come reagire a tale situazione: il fenomeno del lavoro povero è davvero un’emergenza socio-economica che tra l’altro deprime il mercato stesso. I nostri amici di Demos Sardegna nel loro “Quaderno” si sono intelligentemente posti il problema: invito tutti a leggere le loro riflessioni che sono state anche illustrate in un evento a cui ha partecipato anche Gianni La Bella. Bisogna parlarne ancora di più.
Si tratta di elaborare una campagna di iniziative politiche contro la visione ristretta del governo Meloni che si oppone al salario minimo (una delle misure pensate per ovviare al problema e su cui discutere) e ha proposto un taglio del cuneo fiscale solamente temporaneo, con la vaga promessa di renderlo strutturale in seguito (quando?). Non c’è una vera riflessione sulla protezione e valorizzazione del lavoro che c’è, né sull’emersione di quello sommerso, né sull’attacco a quello in nero, né infine sulla ricerca di politiche attive per crearne di nuovo. Tagliare il reddito di cittadinanza senza fare queste cose significa aumentare la sofferenza sociale e basta.
Occorre che una nostra visione originale diventi un cavallo di battaglia contro la destra di governo e contro anche il cosiddetto Terzo Polo (se ancora esiste) che pare insensibile a tali tematiche. Ma occorre che sia anche di pungolo per il PD che ne parla in termini incerti e intermittenti, di certo troppo deboli.
Concludo come di consueto con una nota internazionale: il problema del lavoro povero è anche un tema rilevante per la globalizzazione (oggi declinante). Chi ha creduto nella globalizzazione come all’applicazione delle teorie neoliberiste legate al culto del libero mercato in senso assoluto, ora vede la crisi di tale sistema che ci sta facendo entrare in un’epoca di concorrenza e confronti duri e talvolta violenti (come la guerra in Ucraina). Il sud globale non crede più che la competitività sia nel proprio interesse né che lo favorisca contemporaneamente agli Usa o all’Occidente. La diseguaglianza è sotto gli occhi di tutti. Spesso a sud del mondo il lavoro povero assume il volto di un neo-schiavismo dai tratti feroci. Ma ha significato anche problemi sociali negli stessi Usa e in Europa. Insomma non conviene proprio a nessuno. Ce ne rendiamo conto?
Un caro saluto a tutti
 
Il Presidente
Mario Giro
 
 
 
II. Approfondimenti del mese
 
 
Università…per soffrire o per crescere
Una riflessione di Grazia Baroni sui valori e sulle competenze che la scuola superiore e l’università dovrebbero trasmettere a chi le frequentano.
 
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“[…] serve costruire un sistema accademico ed universitario in grado di insegnarci che non siamo numeri ma persone” dice la lettera aperta scritta dagli amici della studentessa dell’Università IULM di Milano, suicidatasi meno di tre mesi fa, ma è il pensiero di tutti: commenti analoghi accompagnano le morti dei circa 200 suicidi all’anno di giovani sotto i 24 anni.
 
 
 
III. Rassegna stampa
 
 
Causa distruzione mari non sono i pescatori. Le cause sono da ricercare soprattutto nell’inquinamento industriale e nel conseguente aumento della temperatura delle acque

Oggi 29 maggio, a Roma, presso la Camera dei Deputati, siè tenuto il convegno “Il caregiver familiare non è la persona con disabilità: una nuova prospettiva”. In questa occasione è stata presentata la proposta di legge a firma di Paolo Ciani. Una PL nata da tanto lavoro, dialogo e confronto per dare una voce e sostegno concreto a queste persone straordinarie.
 
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L'Italia risulta uno dei pochi Paesi in Europa dove non è riconosciuta e tutelata la figura del caregiver familiare.
Il caregiver familiare è la persona che si occupa e si prende cura responsabilmente di un familiare convivente che necessita di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale ed in quella relazionale e che necessita di sostegni e supporti per la propria autodeterminazione. Responsabilmente, perché oltre l'attività di cura si è responsabili anche dell'organizzazione e della costruzione della vita dell'assistito, anche nella prospettiva del cosiddetto «dopo di noi».
Troppo spesso si pensa al caregiver familiare come a colui che, in casa, accudisce fisicamente la persona convivente con disabilità, sostituendosi, ove necessario, ai diversi servizi ad essa destinati svolgendo attività e applicando, a volte, manovre di pertinenza specifica di alcune professioni sanitarie. Ma è la compromissione della sfera relazionale e psichica, della capacità di autodeterminazione piena e in completa autonomia della persona con disabilità che determina la necessità dell'esistenza del caregiver familiare e, conseguentemente, il suo livello di stress psicofisico.
 
Il nuovo volto della guerra e il ruolo cruciale che deve giocare l’Europa per evitare il conflitto nucleare.
5 maggio 2023
 
La storia del rapporta tra Francia e Italia è piena di scontri ma anche di momenti di grande armonia. I due Paesi qualunque cosa accada sono destinati a trovare intese per non rischiare l'irrilevanza.
8 maggio 2023
 
Canali di amicizia e gesti di umanità: con questi strumenti Papa Francesco tiene aperta la via del dialogo e della trattativa tra Russia e Ucraina.
21 maggio 2023
Depositata interpellanza al Ministro della Giustizia
 
da AffariItaliani
17 maggio 2023
 
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Preoccupazione per la stretta che si è registrata nei diversi istituti penitenziari sulle chiamate all'esterno concesse ai detenuti nell'era post COVID: non più una telefonata al giorno, ma soli dieci minuti di chiamata a settimana.
È importante trovare un equilibrio tra la sicurezza nelle carceri e i diritti umani dei detenuti. Ridurre le telefonate non è la soluzione corretta. Dobbiamo invece promuovere politiche che consentano ai detenuti di stabilire connessioni umane significative e di mantenere un legame con la società esterna, il che può svolgere un ruolo cruciale anche nella prevenzione dei suicidi in carcere, drammaticamente numerosi. Ridurre le opportunità di comunicazione rappresenta un grave errore e un'insensibilità verso la salute e il benessere dei detenuti. Al contrario, durante il Covid la maggiore flessibilità nel concedere telefonate ai detenuti ha notevolmente aiutato a garantire un clima sereno tra i detenuti senza problemi legati alla sicurezza, né alcun aggravio di spesa per l'amministrazione penitenziaria.
Dobbiamo considerare il contesto carcerario come un'opportunità per offrire sostegno ai detenuti che possono trovarsi in uno stato di fragilità mentale. Le telefonate rappresentano uno strumento importante per mantenere una connessione con l'esterno, mitigando le già gravi condizioni in cui versano gli istituti penitenziari in Italia, dove regna isolamento e solitudine. Ci auguriamo che il Governo prenda provvedimenti in questo senso, perché il carcere non è un mondo a sé, ma vi sono esseri umani come tutti noi. 
 
 
Paolo Ciani è l’unico deputato del gruppo dem alla Camera ad aver votato contro l’invio di armi in Ucraina. Siamo davanti «ad un forte regresso culturale con il prevalere di una visione fortemente bellicista»
 
 
 
IV. Aggiornamenti dai territori
 
 
Demos Abruzzo
 
 
Dopo 22 giorni dall’attacco informatico che ha colpito la Asl, il Direttore Generale comunica con un’intervista su un quotidiano che i “tecnici” hanno rinvenuto, su delle imprecisate “piattaforme”, dati aziendali derivanti da backup
 
da L'Aquila Blog
26 maggio 2023
 
Demos Campania
 
 
Roberta Gaeta (Demos-Europa Verde): “Accelerare l’iter amministrativo, senza assistenza migliaia di pazienti
 
da Fanpage
29 maggio 2023
 
 
Demos Lazio
 
 
“I dati emersi oggi nel corso degli Stati Generali della Natalità, già noti da molti anni, destano davvero preoccupazione.
 
da Italia Sera
11 maggio 2023 
 Grazie a un emendamento fortemente voluto da LAV, e presentato a prima firma dal Consigliere Paolo Ciani (Demos) il nuovo Regolamento approvato dall’Assemblea capitolina ha finalmente ammesso l’accesso ai quattro zampe in tutte le Case Sociali per le persone Anziane e del Quartiere di Roma Capitale
 
da LAV
25 maggio 2023
 
L'assemblea capitolina ha dato il via libera al nuovo regolamento di funzionamento dei centri anziani che da oggi diventano "Case sociali" delle persone anziane e dei quartieri.
 
da Il tempo Roma
26 maggio 2023
 
Il Protocollo promosso da Barbara Funari istituisce una collaborazione tra Municipi, Asl Roma 3 e Ministero dell’Istruzione finalizzata, tra l’altro, alla riduzione del disagio sociale, dell’abbandono scolastico e alla promozione della salute.
 
da Il Messaggero
28 maggio 2023
 
Demos Liguria
 
 
La rana e il pentolone.
Presidenzialismo, autonomia differenziata, flat tax
di Bruno Vitali Coordinatore Democrazia Solidale-Demos Liguria
“Immaginate un pentolone d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana… L’acqua si riscalda pian piano… La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. L’acqua adesso è davvero troppo calda… La rana si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.”
(Da “Media e Potere” di Noam Chomsky)

Sono in corso eventi di cui sembra non avere piena percezione e consapevolezza. Per la prima volta, dal 1948, si sta mettendo mano alle radici profonde della nostra Costituzione e questo ad opera del primo governo di destra dal dopoguerra.
È iniziato infatti il doppio percorso, in sé contraddittorio, per fare dell’Italia una repubblica presidenziale e, al contempo, una federazione a sovranità differenziata. Il tutto condito da una riforma fiscale che, per far pagare meno tasse a tutti, farà pagare di più a chi ha meno. Ma di che si tratta?
Il presidenzialismo.
La proposta del governo ancora non è emersa chiaramente ma lo schema attiene al dare forti poteri al premier che sarà eletto direttamente da chi si recherà alle urne. È plausibile perciò, in ragione delle attuali affluenze al voto, che con un 20-25% di voti degli elettori si possa instaurare un/a leader che sceglierà come e con chi governare per i successivi 5 anni.
Saremmo dunque su quel crinale politico in cui, senza un contrappeso di poteri indipendenti, sarebbe possibile manovrare verso una democrazia limitata e controllata dallo staff al potere. Guardando ciò che è avvenuto in altri paesi, dove per vie simili si sono insediate le cosiddette “democrature”, ci sarebbero rischi anche per il nostro paese.
Altra cosa fu il tentativo di riforma costituzionale del 2016, in cui si superava il bicameralismo paritario e si riportavano al centro alcuni capitoli in mano alle regioni, che avrebbe garantito maggiore stabilità e governabilità. Quella riforma, come noto, fu bocciata da un referendum condizionato dalla lotta politica interna al centrosinistra.
Il regionalismo differenziato.
Questo capitolo, fortemente voluto dalla Lega, è in contrasto con la visione nazionalista di Fratelli d’Italia. In realtà sotto questo titolo si celano le velleità secessioniste, mai sopite, che covano in Veneto e Lombardia. In breve si tratta di uno schema che prevede una sovranità differenziata ove le regioni più abbienti avranno maggiori spazi di manovra nel governo del proprio territorio e popolazione. Vengono alla mente le gabbie salariali degli anni 50 e 60 e la prospettiva, concreta, di un sistema sanitario non più uguale per tutti.
La riforma fiscale.
La “flat tax” altro non è che l’illusione di pagare meno. I conti delle famiglie invece si fanno considerando tutte le voci di spesa e non solo le trattenute fiscali. Tagliare in modo esteso le tasse, invece che ristrutturarle con intelligenza e sulla base che chi più guadagna più paga, farà mancare soldi alle casse dello Stato che - a sua volta - taglierà risorse sulla sanità, sull’istruzione pubblica e che impatterà sulla gestione dei dipendenti statali. Questo disegno inoltre non chiarisce in che modo si potranno recuperare quote di evasione.
Così facendo famiglie meno abbienti, e redditi medi, saranno costrette a maggiori spese per la salute e l’istruzione. Quello che con una mano sarà dato, con l’altra sarà abbondantemente tolto.
Il tutto con una cottura della rana (noi) a fuoco lento. 
 
 
Demos Piemonte
 
 
La prima “casa” risale a 35 anni fa, un’esperienza pilota di co-housing fra pensionati partita a Borgomanero.
 
da La Stampa Novara
 24 maggio 2023
 
A Torino ci sono 2.500 persone che non hanno una casa e nell’area metropolitana sono oltre il doppio: 6/7.000 secondo le stime
 
da Il Punto
29 maggio 2023  
 
DemoS a Novara
L’attività di Demos a Novara in questi mesi sui è concentrata su alcune questioni importanti del punto di vista sociale e ambientale a partire dall’impegno del consigliere Piergiacomo Baroni (eletto nella lista civica Insieme per Novara) votato a un’opposizione costruttiva insieme agli altri gruppi di minoranza.
Un primo tema sul quale Baroni sta tenendo viva l’attenzione della città e delle istituzioni è quello dell’emergenza abitativa esplosa dopo tre anni in cui - a causa della pandemia - gli sfratti erano stati bloccati. Ora decine di famiglie rischiano di vedersi messe per strada. A questo si aggiunge la necessità di trasferire alcune famiglie da alloggi di edilizia popolare che dovranno essere abbattuti per realizzarne di nuovi con i fondi del PNNR. Baroni sostiene il comitato composto da queste sedici famiglie (al cui interno sono presenti molti minori e alcuni disabili) affinchè si trovi per loro una soluzione dignitosa alternativa ad uno sgombero senza prospettive. Grazie a queste pressioni e a una mozione proposta da Baroni e approvata all’unanimità, il Prefetto ha convocato un tavolo di lavoro che speriamo trovi a breve una soluzione.
Un altro tema caro a Demos è quello dell’incremento dei servizi domiciliari per anziani e disabili. Grazie ad un emendamento al bilancio, accolto anche dalla maggioranza, Baroni è riuscito ad ottenere un aumento dei fondi destinati a questi servizi.
Attraverso un altro emendamento da lui presentato e accolto il comune si è impegnato a trovare una sistemazione dignitosa e idonea al dormitorio comunale che dovrà essere spostato sempre in seguito alla realizzazione di un progetto del PNNR.
Inoltre in questi mesi Demos ha promosso in città, attraverso dei gazebo, una raccolta di firme per la riapertura al pubblico degli uffici comunali (anagrafe e servizi sociali) anche senza appuntamento e al sabato per favorire l’accesso ai servizi soprattutto di anziani, disabili, immigrati che faticano ad accedere per via telematica o telefonica. Molte le firme raccolte e un primo risultato è stato raggiunto e finalmente il primo colloquio coi servizi sociali che prima avveniva solo telefonicamente (!?) ora avviene in presenza.
Un’altra questione sollevata da Demos attiene al tema dell’integrazione dei minori stranieri nelle scuole primarie cittadine. A causa di un’assenza di un’attenta programmazione in alcune scuole primarie cittadine il 100% degli allievi è di origine straniera mentre in altre ve ne sono poche unità. Lo stesso avviene per i bimbi disabili. Si sta coinvolgendo l’ufficio scolastico provinciale al fine di trovare soluzioni alternative cha favoriscano l’integrazione.
Sul fronte della difesa del territorio e contro il consumo di suolo Demos è al fianco del Comitato per Pernate che sta conducendo una battaglia contro la realizzazione di un nuovo polo logistico in questa popolosa frazione di Novara che vedrebbe l’utilizzo di un’importante area agricola per realizzare un complesso di 800.000 metri quadrati, pari a tutta la superficie del quartiere. E’ stato presentato un ricorso al TAR contro tale progetto e sono in corso continue iniziative pubbliche di sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione su questo tema.
A ciò si aggiungono le numerose interrogazioni che il consigliere Baroni ha presentato per ottenere una maggiore attenzione alla cura della città segnalando situazioni di pericolo o di abbandono in alcune aree cittadine. Sollecitazioni che hanno già prodotto interventi utili e necessari (manutenzione marciapiedi, cura del verde, messa in sicurezza di edifici abbandonati).
 
 
Demos Umbria
 
Con il 5% dei voti e il seggio assegnato alla lista è proprio Antonio Cappelli, del direttivo regionale Demos, a fare ingresso tra le file della maggioranza.
 
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