I sezione - Editoriale del Presidente Mario Giro
II sezione - Approfondimento del mese 
III sezione - Rassegna stampa
IV sezione - Aggiornamenti dai territori
 
 
 
I. Editoriale Mario Giro 
 
 
 
Cari amici,
L’ossessione migratoria torna ad essere la maggiore preoccupazione del governo. È stato così anche in passato e dobbiamo constatare con tristezza che non c’è tanta differenza, salvo il fatto che ora sembra che l’Italia chiederà dei soldi a chi arriva per potersi liberare dai cpr. Sarebbe agire come gli stessi trafficanti che liberano in cambio di denaro. Speriamo che ciò non accada. In ogni caso si è tornati all’allarmismo più totale: si parla di milioni di migranti pronti a partire. Chi ha buona memoria si ricorderà che ciò è stato già minacciato altre volte, sempre senza seguito. Si tratta di un modo falso per usare le migrazioni come una clava politica all’approccio delle elezioni. Sappiamo infatti che i partiti già si preparano alle prossime europee. Noi crediamo che le migrazioni siano un fenomeno strutturale da affrontare in maniera ragionevole e magari anche bipartisan. La proposta dei corridoi umanitari ha il vantaggio di essere legale e sicura sia per chi arriva che per chi riceve. Inoltre i corridoi si basano su una scelta pragmatica di integrazione che coinvolge la società civile, l’unica in grado di accogliere a lungo termine, inserendo nel corpo sociale i nuovi arrivati (di cui l’Italia tra l’altro ha gran bisogno). Speriamo che la politica sia in grado di rinsavire e di trovare un modello di inserimento buono sia per il nostro paese che per chi arriva.
Per ora ci sembra distratta dai soliti problemi interni. Qualcuno lascia il PD e aderisce ad Azione. Qualcun altro va verso Italia Viva o anche Forza Italia. Altri rientrano o si scambiano di partito. Si tratta di fenomeni personali o locali ma è abbastanza per animare dibattiti. In realtà ciò che appare è che nella polarizzazione del nostro sistema politico i riformisti sono in crisi perché non hanno una identità unitaria. Si parla tanto di praterie al centro ma al massimo si tratta di aride steppe. Cosa vuol dire stare al centro oggi? Da una parte c’è chi vede in questo un posizionamento tattico: costruire una forza centrale (più che centrista) per bilanciare le due coalizioni. È la posizione di Italia Viva. A parte le facili ironie, si tratta di un metodo che può servire per tenere in equilibrio il sistema: se uno dei due poli si spingesse oltre nell’estremismo, questo tipo di centro lo frenerebbe minacciando di andare dall’altra parte. Una funzione da pendolo che può aiutare in uno scenario sfrenato come quello attuale. Lo si intuisce ad esempio dalle esternazioni para-fasciste, e da tutte quelle posizioni che mettono a rischio il dialogo democratico, da qualunque parte provengano. Altri riformisti non sono d’accordo con la funzione da pendolo e immaginano una forza compatta, laica e repubblicana, con qualche apporto spurio di altre culture politiche. È la posizione di Azione e forse anche di +Europa. Si tratta di mettere mano alla governance italiana per riformarla secondo regole liberali, non cambiando continuamente posizionamento tattico ma pensare al lungo periodo ecc. Tale tipo di atteggiamento è anti-populista per definizione e può essere utile come deterrente per le tentazioni populiste a destra e a sinistra. Infine c’è chi immagina una forza politica valoriale, prevalentemente basata sui principi costituzionali e sul sociale, non solo e non tanto come diritti ma come tenuta della società stessa. È la nostra collocazione. Noi credono che prima di tutto vada evitato il disfacimento sociale, la frammentazione dei tanti IO che credono ognuno di avere ragione e che impediscono la nascita di un nuovo NOI, di una nuova comunità italiana. Si tratta di una scelta legata al canone delle culture politiche nazionali: aprirsi allo spirito coalizionale che implica mediazioni e compromessi. Il guaio di chi guida le prime due posizioni è che tale capacità unitiva è venuta definitivamente meno. Così tra queste tre proposte attualmente c’è solo concorrenza. Ne consegue che i due poli si rafforzano e ciò accadrà anche al PD: perde qualche dirigente periferico ma guadagna elettori in cerca di identità. Elly Schlein sceglie di non guardare all’interno –cioè ai malumori dei suoi dirigenti- ma verso l’esterno: c’è una forte astensione a sinistra che deve essere recuperata. Questo dicono tutti gli studi sui flussi di voto: nel corso del tempo il centrosinistra ha perso milioni di elettori e non è certo responsabilità dell’attuale leader ma di quelli passati. La scommessa è riportare alle urne tanti delusi della sinistra anche se questo significa un po’ di disordine nelle proposte. Per tale impegno Demos può essere cruciale e speriamo che il PD lo comprenda, infine.
 
Mario Giro
 
 
 
II. Approfondimenti del mese
 
 
Comunità Energetiche: uno strumento per la lotta alla povertà sul territorio 
A cura di Mario Arca, Segretario Regionale in Sardegna di Demos
 
Oggi ci confrontiamo con una nuova dimensione della povertà: la povertà energetica che deriva dalle difficoltà di accesso all’energia, sempre più cara. A troppe persone mancano i mezzi economici per sostenere i consumi e i mezzi per accedere alle nuove tecnologie più ecosostenibili. Gli aiuti e incentivi statali si sono rivelati insufficienti e non hanno mai riguardato i più poveri.
Le Comunità Energetiche rappresentano uno strumento necessario e all’avanguardia per iniziare a colmare tali diseguaglianze. Purtroppo in Italia stentano a decollare e il loro mancato progresso priva il nostro territorio, a partire dai Comuni, di un innovativo modello che potrebbe efficacemente contrastare la povertà.
 
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III. Rassegna stampa
 
 
Vanity Fair | Lampedusa, Pietro Bartolo: «Il governo di Giorgia Meloni ha fallito completamente»
 
Intervista a Pietro Bartolo: "È inutile fare accordi, che la stessa premier Giorgia Meloni ha elogiato come modelli per gli altri, con Paesi come la TunisiaSaied è un autocrate per non dire un dittatore che viola i diritti umani, scioglie il Parlamento, esautora la magistratura, fa morire le persone nel deserto. Noi facciamo accordi con un personaggio che disconosce l’Unione Europea."
 
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Qds.it | Nel caos di Lampedusa c’è la fine dell’umanità, in fumo le vane promesse dell’Ue
 
Quella tra mercoledì 13 settembre e giovedì 14 settembre, a Lampedusa, è stata la prima notte senza sbarchi. I migranti sono spesso stati etichettati come “merce”, come “carico residuale”, ma non bisogna mai dimenticare come siano principalmente persone che affrontano avversità indicibili per trovare un futuro migliore. Qui le dichiarazioni di Pietro Bartolo: "L'Europa che voglio, è un’Europa aperta e non chiusa, non l’Europa che ha respinto anche coloro che ne avrebbero avuto diritto. E ricordo che ciò è illegale perché va contro la convezione di Ginevra." 
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Domenico Dolce attacca i giovani in maniera diretta, basta con tali prediche paternalistiche, hanno davvero stancato.
 
👉🏻Formiche | Mario Giro spiega perché Demos non appoggia Cappato al seggio di Monza
Sulla questione del seggio di Monza è giusto precisare il perché del no di Demos, che corrisponde al malumore del Pd locale.
C’è sicuramente la questione dei valori, come ha giustamente sottolineato già Paolo Ciani, segretario di Demos: l’eutanasia e il fine vita sono temi complessi, delicati e molto sensibili, che non possono essere trattati in maniera semplificata e reclamizzata. Questo, come altri temi etici, ci trova molto lontani da Cappato.
L'Unità: Parla Paolo Ciani, la xenofobia è un manifesto della destra
L'intervista de 'L'Unità' al nostro Paolo Ciani: "Nel discorso del 17 settembre della Presidente Meloni, mi ha però stupito e preoccupato l'allusione ad una 'militarizzazione' della gestione dei migranti. Capisco che il governo sia in difficoltà dopo aver promesso blocchi navali e zero arrivi, ma gli annunci fatti dinanzi alle immagini drammatiche di Lampedusa non promettono nulla di buono. 
 
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Mercoledì 6 settembre è giunto in Aula un provvedimento su bullismo e cyberbullismo, in un giorno particolare. Infatti, esattamente tre anni fa, alle porte di Roma, veniva barbaramente ucciso Willy Monteiro Duarte, un giovane italiano di origine capoverdiana, medaglia d'oro al valore civile alla memoria. Ucciso per un gesto semplice di umanità, quello di intervenire per difendere una persona in difficoltà. Il provvedimento del 6 settembre è frutto del lavoro di molti mesi; un provvedimento per i giovani, un provvedimento, quello sul bullismo e il cyberbullismo, a cui abbiamo dedicato molto lavoro. Molto opportuno, peraltro, dopo un'estate drammatica, per le vicende che hanno riguardato i ragazzi e gli adolescenti; un'estate in cui i ragazzi adolescenti sono stati vittime e anche carnefici di gesti e reati tremendi.
 
L'’intervista del nostro Paolo Ciani all’Unità, un interessante articolo per trattare temi importanti della nostra quotidianità. Dalle morti sul lavoro e le tutele dei lavoratori, fino alla questione migratoria: "In un Europa che invecchia, un continente alla continua ricerca di manodopera, il tema dei flussi che possono essere gestiti e non subiti, mi sembrerebbe la cosa più intelligente. Purtroppo però l'Italia non riesce ad uscire da una logica emergenziale e securitaria."
 
 👉🏻Il fatto Quotidiano | “Armi, il Pd sta cambiando, investiamo sulla sanità e non su missili e cannoni”
 L’intervista del Fatto Quotidiano al nostro Paolo Ciani; si parla di armi, sanità, cambiamento: "Investiamo sulla sanità e non su missili e cannoni."
 
 
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IV. Aggiornamenti dai territori
 
 
Demos Campania
 
 
 
La battaglia di Demos per i fondi destinati a donne e orfani vittime di violenza: il contributo della nostra Consigliera Regionale Roberta Gaeta

In Campania abbiamo fondi per oltre 2,5 milioni di euro, disponibili per le donne vittime di violenza e i loro figli, nonché per gli orfani delle vittime di femminicidio, ma ancora poche sono le richieste presentate per attingere a tali fondi. Un fenomeno davvero preoccupante.
Ma andiamo con ordine: la Regione Campania si è dotata negli anni di imponenti fondi a sostegno delle donne vittime di violenza e degli orfani delle vittime di femminicidio. In particolare, per l'anno 2023, con i decreti 335 e 336 del 29/06/2023 sono stati resi disponibili ben € 2.448.000,00 per l'assistenza e il sostegno alle donne vittime di violenza, ai loro figli e agli orfani delle vittime di femminicidio, insieme a contributi per gli orfani di vittime di femminicidio per l'annualità 2023, con una dotazione pari a € 150.000,00. Un contributo che arriva ben oltre i 700 euro al mese per richiedente, soldi che possono essere utilizzati per le spese giornaliere, per la formazione, la scuola, e le utenze domestiche.
Ebbene, pur avendo programmato dotazioni economiche elevate e previsto scadenze dei bandi a lungo termine, rispettivamente il 6 novembre 2023 per quanto riguarda le donne vittime di violenza (decreto 335) e il 30 novembre 2023 per il contributo agli orfani delle vittime di femminicidio, le domande pervenute ad oggi sono davvero esigue. Sembra un paradosso: una Regione che si impegna così fortemente per il supporto delle donne e dei ragazzi fatica ad utilizzare tali fondi, rischiando che nel corso degli anni essi possano essere ridotti.
Sarebbe una buona notizia sapere che il numero esiguo di richieste sia legato a una diminuzione del fenomeno, ma purtroppo le cose stanno in tutt’altro modo. I dati, infatti, ci dicono che in Italia, nel corso di quest'anno fino a giugno 2023, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ci sono stati 157 omicidi, di cui 57 vittime sono donne, di cui 47 uccise in ambito familiare/affettivo. Parliamo solo di donne che hanno perso la vita, come Giulia di 23 anni, Martina di 34, Oriana di 70, Teresa di 44, Yana di 23 e tante, altre per mano di chi diceva di amarle.
Ma questi dati si riferiscono solo ai femminicidi; il problema è certamente molto più vasto. Un dato dall'Osservatorio del Ministero della Salute ha certificato nel 2021 ben 11.700 accessi al Pronto Soccorso con indicazione di violenza femminile, dati in crescita per il 2022. Tra questi, le giovani donne tra i 18 e i 34 anni sono le più colpite, quasi il doppio delle donne adulte di 35-49 anni. Ma ad aggravare la situazione, vi sono dati in crescita per l'accesso al pronto soccorso, con indicazione di violenza, di donne straniere, che sono più del doppio rispetto alle italiane. Questo dato è allarmante, considerando che rappresenta solo una piccola parte di ciò che avviene al di fuori delle mura domestiche e che viene denunciato con fatica.
In Italia si stima che ci siano almeno 30.000 donne vittime di violenza, dove la Lombardia è tra le regioni più colpite. Tuttavia, i numeri sono difficili da analizzare in quanto le forme di violenza sono varie, esercitate da partner, parenti o amici, e andrebbero uniformate tra loro. Queste forme includono la violenza verbale, psicologica, fisica (come schiaffi, calci, pugni e morsi) fino a quella sessuale.
Ciò che va fatto è dare maggiore impulso e attenzione ai Centri Antiviolenza e alle Case di Accoglienza per le donne vittime di violenza, un aspetto che in Campania è ben normato, ma è importante agire anche in termini di prevenzione e sensibilizzazione a tutti i livelli e prevedere gli sportelli per le donne straniere, le quali, come indicano i numeri, sono maggiormente colpite da questo fenomeno e sono anche più vulnerabili trovandosi in un paese straniero, spesso senza il supporto della rete familiare ed amicale, in condizioni di disagio a causa delle difficoltà linguistiche e della scarsa considerazione della donna, in particolare in alcune comunità, che ancora oggi mantengono radicate visioni retrograde rispetto all’emancipazione femminile ed al rispetto di diritti fondamentali.
Nel frattempo, da pochi mesi è stata costituita la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sui femminicidi e su ogni forma di violenza di genere, la quale, per la prima volta, è bicamerale. Sarebbe opportuno uniformare finalmente i dati e prestare maggiore attenzione a chi lavora e lotta in prima linea, intervenendo in anticipo su un fenomeno di violenza domestica, prima che questo si trasformi in un caso di femminicidio.
 
 
Demos Emilia Romagna
 
 
Giovedì 28 settembre è stata approvata con 11 voti favorevoli e 1 contrario,  una mozione al Consiglio comunale di Budrio, scritta dal gruppo  Demos e poi condivisa con il gruppo di maggioranza.
Tramite tale mozione è stato sollevato il tema dell'accoglienza e dell'integrazione, su cui il Comune di Budrio è sempre stato molto attivo.
La mozione evidenzia come nell'attuale circuito governativo SAI - Sistema di Accoglienza e Integrazione ci sono posti liberi a causa della conversione in Legge del . “Decreto Cutro” che non prevede più l’inserimento nella rete SAI dei richiedenti asilo, ma solo dei già titolari di protezione o di persone ritenute vulnerabili.
Questa situazione sta creando molte difficoltà alle Prefetture nel reperire i posti disponibili per i richiedenti asilo nel territorio, perché questi non potendo più accedere al SAI, vengono ora accolti solo nei Centri di accoglienza straordinaria (CAS).
Di conseguenza, i nuovi sbarcati incontrano estrema difficoltà nel trovare luoghi di accoglienza adeguati. Questa situazione complessa richiederebbe un riesame delle politiche di accoglienza e, nel caso specifico, del Decreto Cutro per affrontare in modo adeguato e umano l'aumento dei flussi migratori e garantire la giusta assistenza e integrazione dei richiedenti asilo su tutto il territorio italiano.
Si chiede dunque alla giunta di unirsi al dissenso degli amministratori locali aderenti ad ANCI e impegnati nella rete SAI, per denunciare al Ministero dell’Interno le conseguenze disastrose delle attuali politiche d’accoglienza del Governo; adoperarsi e premere affinchè sia organizzata un'accoglienza dignitosa e supportare e promuovere la ricerca di nuovi luoghi e soluzioni abitative all’interno del territorio comunale.
 
 
Demos Lazio
 
L’accoglienza che non c’è. Nell’ultimo anno sono più di 1.300 i migranti minorenni arrivati nel Lazio. Solo il 17% trova subito posto nella rete di assistenza.
 Di fronte a questa situazione, i Comuni italiani stanno battendo i pugni sul tavolo perchè da parte del governo non arrivano abbastanza fondi per far si che i circuiti dell’accoglienza siano sufficienti ad ospitare tutti subito.  Anche l’Assessora del Campidoglio alle Politiche sociali Barbara Funari ha deciso di far sentire la sua voce: “Rispetto a un trend che si era consolidato, negli ultimi mesi i trasferimenti dagli hotspot siciliani hanno fatto registrare numeri non previsti ed è saltato il processo virtuoso attivato con la prefettura, il Save Space di via Ramazzini”, utile alla primissima accoglienza dei minori e pensato proprio per evitare che rimangano giorni e giorni soli in commissariato.
 
II Centri diurni Alzheimer di Roma Capitale saranno uniformati e diventano un Polo cittadino con un nuovo logo identificativo con il fiore “non ti scordar di me”. “La novità – spiega l’assessora alle Politiche sociali e alla Salute, Barbara Funari – è frutto di un protocollo d’intesa tra il dipartimento politiche sociali e salute e le Aziende sanitarie e locali Roma 1,2,3 che prevede l’erogazione integrata degli interventi all’interno dei Centri diurni Alzheimer di Roma Capitale e il servizio di accompagnamento alle dimissioni. Il protocollo ratifica una vera integrazione sociosanitaria, impegnando anche le Asl adoperare con il loro personale nei Centri”.
 
👉🏻Campidoglio e Municipi: “A Roma 12mila persone senza reddito di cittadinanza, rischio bomba sociale”
L’intervento della nostra Barbara Funari a Canale 10 sull’interruzione del reddito di cittadinanza. 👉🏻Clicca qui per vedere il video!
Secondo uno studio della Sapienza l’incremento dei disturbi alimentari è stato del 30% dopo la pandemia. Al rientro a scuola gli psichiatri romani e gli studiosi sono in allarme
 
Gli sfratti continuano ad essere eseguiti anche a danno di persone estremamente fragili come anziani disabili e malati oncologici. L’obiettivo del nuovo protocollo anti sfratti è che dalla Prefettura arrivi con tre mesi di anticipo la lista di nuclei familiari che hanno un’ordinanza di sfratto esecutivo, cosicché gli assistenti sociali del Comune possano intervenire e il dipartimento essere informato in tempo per trovare una soluzione, capire se la famiglia è in graduatoria Erp, trovare strumenti di welfare adeguati che tamponino la situazione.
 
Demos Liguria
 
La Repubblica Genova | Sul salario minimo andare oltre gli slogan
 
Nella vita reale e in politica serve concretezza. Gli slogan possono essere suggestivi e distruttivi, andare oltre è importante.  Ripensare alla struttura della contrattazione, delle retribuzioni e di come sono gestite le imprese sarebbe cosa buona e conveniente. Si tratterebbe in sostanza di perseguire un grande accordo di scambio tra le parti (una volta si usava) in cui il salario minimo sarebbe determinato, de facto e de jure, dall’accorpamento di tanti CCNL in pochi contratti di settore con le loro tabelle e regole, a cornice dei sottostanti contratti specifici di filiera. Da lì al salario minimo di legge il passo sarebbe automatico.
 
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Demos Piemonte
 
👉🏻Corriere di Novara
 
 
La Stampa Novara | “E’ un atteggiamento nazista spaccare queste famiglie”
 Novara, spaccare queste famiglie non si può e non si può gestire una situazione come questa rifiutando il dialogo con le persone coinvolte.
 
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Demos Sardegna