Per una sintesi del Manifesto di DemoS seleziona questa pagina

La Terra casa comune

La Terra è la casa comune della vita e la sua sovranità appartiene a tutti gli esseri viventi, tra cui gli umani. La mancanza di cura della Terra provoca ogni giorno un degrado ambientale che va fermato. I beni comuni di cui vivono tutti gli esseri viventi sul pianeta sono a rischio. La cultura dello scarto e della mancanza di rispetto per la vita, per tutte le vite, produce un impatto ambientale e conseguenze sociali evidenti. Una sana politica deve ripartire da questa coscienza per ideare un modello di sviluppo che leghi assieme, in una relazione vitale e ragionevole, esseri viventi, essere umano, risorse della Terra e futuro. Non si tratta di negare la necessità di utilizzare tutto ciò che serve per il benessere di tutti, né di immaginare decrescite che non sarebbero mai felici, si tratta di credere nella relazione che esiste tra tutte le cose. Nessuna decisione è esente da un impatto e va dunque messa in relazione con la sostenibilità per tutti.

Economia

Il modello economico autoreferenziale, basato sullo sfruttamento continuo delle risorse e delle persone non sta dando buona prova di sé. Esso ha certamente creato ricchezza ma, fin dal suo concepimento, ha distribuito in maniera diseguale senza curarsi dell’impatto sociale e ambientale. Molti correttivi sono stati apportati nel corso della storia fino all’invenzione dello stato sociale e del welfare per ammorbidire le conseguenze più aspre di tale modello. Di fronte alle conseguenza della globalizzazione dei mercati, occorre ripensare tale modello per apportarvi ulteriori miglioramenti. È evidente che diseguali condizioni di partenza provocano una diseguale ripartizione, non secondo la giustizia ma secondo l’interesse. Quest’ultimo non è in sé negativo ma deve sempre connettersi ad una giusta ed equa concezione dei bisogni e delle opportunità. Più che demonizzare uno strumento o una iniziativa economica o addirittura la globalizzazione stessa, noi miriamo ad una economia che si chieda ad ogni passo ciò che può fare per l’ambiente e per l’intera collettività. Una sana economia e una sana finanza si inseriscono consapevolmente e virtuosamente in un contesto sociale e comunitario. La globalizzazione dei mercati ha connesso mondi e offerto nuove opportunità, ma va mantenuta in equilibrio tra efficienza e impatto sociale, tra creazione di ricchezza e distribuzione. Pensiamo che ogni continente e ogni paese debbano poter contribuire ad essa, per quanto possibile con una propria capacità di produrre. Crediamo che l’energia rinnovabile sia la strada maestra per evitare sprechi e inquinamenti. Contiamo su una finanza globale consapevole delle sue responsabilità, che aiuti in particolare le aree più escluse. In una frase, il mercato e la finanza globale saranno virtuosi se inclusivi ed equi, ponendosi anche l’obiettivo di colmare le diseguaglianze.

Futuro

Per i paesi a democrazia e sviluppo industriale avanzati come il nostro, il futuro significa aprirsi alle nuove possibilità offerte dall’innovazione tecnologica senza dimenticare il welfare. Va data una risposta in termini di welfare e di creatività politica alla paura e all’incertezza dovute ad una diversa distribuzione della ricchezza globale che ha aumentato le diseguaglianze. La progressiva mancanza di lavoro va colmata con un nuovo pensiero: entriamo in un tempo in cui il lavoro non è più solo un fattore di produzione della ricchezza, ma diviene un fatto sociale, legato alla dignità della persona. La crescita del settore privato e gli investimenti pubblici non potranno da soli colmare tutta la domanda di lavoro. Un nuovo pensiero creativo deve saper disegnare nuove forme di attività e di lavoro per tutti, legate allo sviluppo comunitario della società. Solo così si potrà rispondere al cambiamento antropologico che ha fatto diminuire la natalità nelle famiglie: ridare dignità al lavoro e alla sua funzione sociale per ridare fiducia nel futuro e convincere le persone a fare figli. La diseguaglianza è il grande motore di ogni contraddizione sociale attuale, sia tra aree geografiche sia all’interno delle nazioni. Va messa in campo una nuova politica dell’eguaglianza, non come portato ideologico ma come idea di comunità sociale. La società concepita come comunità e famiglia (di persone, di collettività o di popoli ecc.) è l’unico rimedio al rancore sociale, agli egoismi e alla guerra. Solo una comunità consapevole e giusta è in grado di assorbire ed integrare in maniera equa gli immigrati, nello spirito di libertà della mobilità sociale globale oggi in atto.

Europa

La casa comune dei nostri paesi europei è l’Unione Europea. Da solo nessun paese d’Europa può ragionevolmente pensare di sostenere la sfida globale. Si tratta di uscire dallo choc degli egoismi per rilanciare il processo di integrazione. Le regole dei Trattati sono tuttavia da riformare: furono scritte in un’epoca in cui trionfava il pensiero unico turbo-liberista che la crisi ha smentito. Nel grande sconvolgimento del mercato globale, nuove isole di povertà e disoccupazione si sono create anche in Occidente e in Europa. Per rispondere a tale sfida occorre riscrivere le regole dei Trattati, tenendo in gran conto lo specifico sociale della costruzione europea. Salute, welfare e educazione vanno rimessi al primo posto come diritti universali a cui tutti gli europei devono poter accedere. Soltanto uniti gli europei potranno rispondere virtuosamente al malcontento e al risentimento sociale che sta creando reazioni sovraniste o populiste estranee alla tradizione democratica e sociale dell’Europa.

Stato amico

Lo Stato e le istituzioni pubbliche non possono promettere il paradiso, ma devono adoperarsi per evitare gli inferni di ingiustizia sociale e economica che deprivano l’essere umano della sua dignità. Lo Stato deve essere percepito dai cittadini come difesa contro le ingiustizie e le diseguaglianze. Oltre a combattere criminalità e disordine, crediamo che le istituzioni possano incarnare tale difesa a partire dagli ultimi, offrendo e garantendo a tutti i servizi di base, come la salute e l’educazione, a costi contenuti se non gratuiti. Ogni cittadino deve sapere che lo Stato gli deve garantire, oltre alla sicurezza, il diritto a curarsi e ad istruirsi. In questo senso le istituzioni devono smettere di essere tentate dalla sordità burocratica e aiutare i cittadini, a partire dai più deboli, ad accedere ad esse. Il diritto all’accesso deve essere facilitato e garantito.

Lo strumento di Democrazia Solidale

Per queste ragioni noi crediamo che una nuova forza politica sia oggi necessaria in Italia. Democrazia Solidale vuole incarnare i principi e i temi descritti, a partire dal basso. Ciò significa iniziare dalle elezioni amministrative, dove il contatto cittadini-istituzioni è più stretto. DemoS vuole essere una forza ecumenica, nel senso della sintesi culturale e valoriale che la Costituzione repubblicana opera delle plurime tradizioni italiane. Tale ecumenismo politico tiene assieme le radici dell’umanesimo italiano per una nuova lettura del presente. Pensiamo che il dinamismo della società civile italiana sia la matrice reale di ogni buona politica; in essa si concentra l’esperienza dei territori e delle autonomie, del sociale, della scelta volontaria, dei bisogni, delle culture, delle risorse e delle persone. In essa si concentra l’indipendente e libera volontà dei cittadini. DemoS vuole essere una forza politica che fa sue le esigenze di comunità e di uguaglianza di cui c’è tanto bisogno oggi in Italia, affrontando il terreno della politica con stile nuovo, non gridato o contrapposto ma ragionevole e alla ricerca di soluzioni concrete. Più che di grandi riforme, in Italia c’è molto bisogno di manutenzione e riparazione: manutenzione delle istituzioni e del sistema di pesi e contrappesi istituzionali; manutenzione delle leggi e dei processi che esse innescano; manutenzione delle infrastrutture, delle scuole e degli ospedali; riparazioni in tante zone d’Italia abbandonate o trascurate… Sopra ogni cosa DemoS vuole incarnare la difesa di quei principi di libertà e giustizia che fanno parte della tradizione repubblicana e che proteggono la nostra coesione nazionale e la convivenza pacifica nella società.