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Il periodico Il Piccolo di Alessandria pubblica una intervista a Paola Ferrari, consigliera di amministrazione del Cissaca e coordinatrice provinciale DemoS, sul pesante impatto sul tessuto sociale della repentina abolizione del reddito di cittadinanza





Paola Ferrari, nella doppia veste di consigliere di amministrazione del Cissaca (il consorzio di servizi sociali) e di coordinatrice provinciale DemoS è preoccupata per come sia stata gestita l’abolizione del Reddito di Cittadinanza: «Hanno trattato le persone come merce, inviando un semplice messaggio ad agosto quando i servizi hanno un fisiologico rallentamento senza informare adeguatamente gli enti. Si rischia il panico totale»

Parla a titolo personale, naturalmente; nell’ultimo CdA del Cissaca (20 luglio circa) si è parlato di fragilità diffuse, problemi legati aila povertà, ma senza avere in concreto il ‘manuale’ di cosa fare: «Non ci sono i regolamenti attuativi per le procedure, non si sa cosa sostituirà il RdC, non abbiamo le risposte da dare a chi ci chiede che ne sarà di loro».

Poca chiarezza che ha costretto il Cissaca a precisazioni sui social media. Su Facebook l’ente ha scritto: «A seguito delle ultime comunicazioni, ricevute tramite mail o sms dai beneficiari di Reddito di Cittadinanza, pubblichiamo la comunicazione da parte di Inps con alcuni chiarimenti. Il Cissaca rimane a disposizione dei cittadini dalle 11 alle 13, alnumero 0131 229769». E segue il documento dell’Inps in cui spiega che chi è abile e arruolato non riceverà più un soldo. .

«Tra qualche settimana i bambini andranno a scuola e non oso pensare come poter aiutare le famiglie che da un giorno all’altro sì sono trovate senza soldi e considerate di serie B. Sono volontaria alla mensa francescana e mi sto rendendo conto della povertà diffusa che c’è in giro. La situazione è andata via via peggiorando, soprattutto oggi con l’aumento del costo della vita»

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