Piergiacomo Baroni sull’emergenza freddo a Novara
La Stampa di domenica 11 dicembre intervista
Piergiacomo Baroni,
consigliere comunale di DemoS a Novara, sul problema dell’emergenza freddo per i senza fissa dimora. A Novara l’ex-villaggio TAV ospita in alloggi provvisori 51 persone che non hanno un alloggio e un dormitorio in cui trovano rifugio ogni giorno 7 -8 persone e che è aperto solo di notte.
Baroni osserva che “L’ex Tav ha orari che mal si addicono a chi vive senza casa in inverno. Non è logico che la struttura adibita a dormitorio resti aperta solo dalle 20 alle 8 del mattino: dove possono andare poi queste persone? Non hanno alternative. Ma soprattutto dovrebbero potere essere seguite e dotate di un percorso personalizzato o per un inserimento lavorativo o comunque per un percorso di integrazione sociale. E’ su questo che si deve puntare, oltre che su una politica che consideri prioritaria l’emergenza casa anche per i più emarginati»
Le osservazioni di Baroni sono condivise anche da Don Luigi Riboldi, che nello stesso articolo propone che parte dei grandi spazi delle ex-caserme rimasti vuoti e inutilizzati possano essere trasformati in allogi e laboratori per i senza fissa dimora.
Daniela Sironi della Comunità di Sant’Egidio e Tommasa Perdicchia dei City Angels sono intervistate sullo stesso problema in un articolo a firma Marco Cito e Monica Curino pubblicato sul periodico l’Azione del 9 dicembre 2021.
Sironi, la cui organizzazione ha attivato tre alloggi in cui ospitare i senza fissa dimora, condivide il punto di vista di Baroni sul problema della chiusura del dormitorio in orario diurno e sulla mancanza di un progetto di reinserimento sociale.
Perdicchia osserva che in questi giorni è aumentata la richiesta di aiuto per coperte e maglioni pesanti e che almeno una trentina di persone sono costrette a dormire al freddo in un luogo isolato.
Baroni osserva che “L’ex Tav ha orari che mal si addicono a chi vive senza casa in inverno. Non è logico che la struttura adibita a dormitorio resti aperta solo dalle 20 alle 8 del mattino: dove possono andare poi queste persone? Non hanno alternative. Ma soprattutto dovrebbero potere essere seguite e dotate di un percorso personalizzato o per un inserimento lavorativo o comunque per un percorso di integrazione sociale. E’ su questo che si deve puntare, oltre che su una politica che consideri prioritaria l’emergenza casa anche per i più emarginati»
Le osservazioni di Baroni sono condivise anche da Don Luigi Riboldi, che nello stesso articolo propone che parte dei grandi spazi delle ex-caserme rimasti vuoti e inutilizzati possano essere trasformati in allogi e laboratori per i senza fissa dimora.
Daniela Sironi della Comunità di Sant’Egidio e Tommasa Perdicchia dei City Angels sono intervistate sullo stesso problema in un articolo a firma Marco Cito e Monica Curino pubblicato sul periodico l’Azione del 9 dicembre 2021.
Sironi, la cui organizzazione ha attivato tre alloggi in cui ospitare i senza fissa dimora, condivide il punto di vista di Baroni sul problema della chiusura del dormitorio in orario diurno e sulla mancanza di un progetto di reinserimento sociale.
Perdicchia osserva che in questi giorni è aumentata la richiesta di aiuto per coperte e maglioni pesanti e che almeno una trentina di persone sono costrette a dormire al freddo in un luogo isolato.