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Sara Strippoli di Repubblica illustra in un articolo pubblicato lunedì 18 settembre la situazione del centro di via Traves attualmente gestito da Prefettura e Croce Rossa come asilo per i migranti sbarcati a Lampedusa e assegnati a Torino dal Ministero degli Interni

Strippoli riporta le dichiarazioni molto preoccupate di Paolo Ciani, deputato di DemoS della Commissione Affari sociali della Camera che ha visitato domenica il centro di via Traves e di Elena Apollonio, consigliera comunale di DemoS.

«Quella di Torino è una situazione ancora più preoccupante rispetto ad altre di grandi città italiane. Una struttura del genere si può considerare inadeguata anche per ospitare un centro di emergenza freddo, la sua funzione originale. Ben peggio se la si utilizza per l’accoglienza dei migranti. E’ un modello superato e questo nonostante i grandi sforzi da parte della Croce Rossa e della Prefettura che assicurano tutta l’assistenza possibile.

Mancano pochi giorni alla scadenza dei termini. La struttura di via Traves a ottobre deve tornare al Comune di Torino per l’emergenza freddo.

Molti dei 25 minori ospitati dal centro sono sudanesi, un Paese in guerra. Avrebbero bisogno di protezione e invece si trovano in una struttura ai limiti della sostenibilità anche in termini di igiene».

Ciani e Apollonio hanno incontrato anche l’ospite più giovane, un bimbo di 13 anni in arrivo dal Sudan.

«La mamma lo ha affidato a un adulto spacciandolo per uno zio. Quell’uomo, però, in Libia è stato picchiato e sbattuto fuori dalla barca. Così il bimbo è arrivato qui completamente solo. Ora è coccolato e seguito, ma è impossibile non immedesimarsi nel suo spaesamento.

Infine l’assessora Gianna Pentenero ricorda che il ministero non ha ancora indicato la data in cui il centro di via Traves tornerà al comune di Torino per essere nuovamente destinato ai senza fissa dimora.

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