Non mi soffermo sulle questioni giudiziarie, siamo garantisti. Quanto alle correnti non scopriamo certo l’acqua calda, se ne parla da anni se non da decenni. Il punto quindi non è puntare il dito su questa situazione perché non credo sia utile, serve provare a uscirne. Serve una “conversione” della politica, ma prima ancora una “conversione” di civiltà.

La politica spesso non è che lo specchio deformato di un mondo ripiegato su logiche di potere fine a se stesse. È questo il punto. Ci siamo dimenticati delle persone, dalla formazione alla salute alla cultura. Come può esserci una classe dirigente all’altezza se da anni tutte le politiche si sono ostinatamente occupare solo di garantire profitti sempre più alti a pochi?

Detto ciò, esserci è ancora più importante. Movimenti civici e movimenti politici come DemoS vogliono essere presenti e essere spazi puliti di idee e partecipazione, lontani da logiche autoreferenziali. Il punto è sapere interpretare i cambiamenti che attraversano la storia con visione e proposte concrete. È ridare dignità alla democrazia e alle istituzioni senza nascondersi dietro rassegnazione e disfattismo. Il centro sinistra così non esiste più, servono nuove alleanze.

Un possibile punto di partenza? Minore dispendio di energia in inutili esercizi polarizzanti e maggiore creatività per trovare politiche bipartisan basate su interessi comuni a tutti i livelli, dal locale al globale.


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